Crocifisso

L’Altare del Crocifisso è ubicato nella navatella sinistra. Il Cristo è raffigurato con i segni delle ferite molto evidenti e grondanti sangue. Porta una benda bianca annodata al fianco sinistro. Dietro al crocifisso vi è uno sfondo di legno dipinto raffigurante la Madonna, San Giovanni e la Maddalena. La Madonna, con il cuore trafitto e ricoperta da un manto blu, sorretta da San Giovanni che indossa una veste marrone, a destra, la Maddalena, con un vestito rosso, dietro la quale è dipinto un paesaggio di città. La rappresentazione si svolge su varie tavole; potrebbe essere stata dipinta tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo da Michele Minichini (artista serrese) poiché a costui, come risulta dal libro dei Conti, furono spesso commissionate delle pitture da parte della Confraternita. Il dipinto su tavola fa da contrasto cromatico al Cristo in croce. La veste, di colore blu intenso, dell’Addolorata contrasta, infatti, con il corpo livido del Cristo e accentua la poeticità della scena, sottolineando il paesaggio sullo sfondo osservato dal luogo del Calvario dove Gesù venne crocifisso. Il crocifisso in legno, che si trova nella Chiesa Matrice di Terravecchia, fu realizzato, secondo quanto riporta la Platea, prima del terremoto del 1783 dallo scultore serrese Antonio Scrivo. In seguito, intorno al 1802-3, fu donato, dallo stesso artista, alla chiesa “Terza”. Quando poi la chiesa “Terza” fu demolita e ripristinata la chiesa Matrice, il crocifisso venne trasportato qui insieme ad altri oggetti. I parenti dello Scrivo, al tempo, si sono lamentati poiché avrebbero voluto che il crocifisso venisse trasferito nella chiesa di Spinetto. Si può quindi supporre che lo Scrivo abbia realizzato il crocifisso di Spinetto per riparare al desiderio non esaudito dei familiari. La rappresentazione del Cristo, realistica, ne esprime tutta l’umanità. La tensione delle braccia evidenzia le vertebre del costato, segno che il corpo non è ancora abbandonato. Il busto è proteso verso l’alto e la testa è reclinata leggermente sulla spalla destra. Lo sguardo, distante, è in direzione del cielo ed indica il momento prima della fine. Cristo è in agonia, colto nell’attimo in cui chiede al Padre il perché di quella morte e perdona i suoi carnefici. Lo scultore lo rappresenta, come si diceva, in tutta la sua umanità: siamo di fronte ad un uomo “vero” che soffre, vegliato dalla Madonna, dalla Maddalena e da Giovanni. Anch’essi sono umani e concreti nel loro dolore. Nel volto del Cristo c’è qualcosa di grande. Il suo sguardo è intenso e i muscoli sono in estrema tensione, quasi per vincere quel tendersi a terra del corpo a causa del suo stesso peso. Le sue piaghe sono grandi e grondano sangue. In basso, la Madre di Cristo ha il cuore trafitto da un pugnale. Questa impostazione sacra ci fa pensare che lo scultore si sia ispirato a quello che la Vergine Santa rivelò un giorno a Santa Brigida: “Abbi per certo che io ho amato il mio Figlio così ardentemente ed egli mi ha riamata così teneramente, che eravamo come un Cuor solo. Quando egli soffriva io ne risentivo il dolore come se il mio Cuore provasse le sue medesime pene e gli stessi suoi tormenti… Il suo dolore era il mio dolore così come il suo Cuore era il mio Cuore”.
Lo scultore interpreta queste parole e fa vedere l’agonia di Gesù come una spada che fruga sanguinosamente nel cuore della Madre, rappresentata in basso trafitta. Il sangue che grondava dal corpo di Gesù scaturiva dal Cuore trafitto di Maria.
Il Crocifisso è custodito in un Altare realizzato tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. La parte inferiore è in marmi policromi col paliotto decorato da due grandi volute simmetriche, che formano un’urna, fra le quali è posto un cerchio. La mensa è sorretta da due mensole a forma di volute. La parte superiore, in legno dipinto di bianco con decorazioni dorate imitanti marmi policromi, è costituita da un’ancona delimitata da lesene con capitelli compositi.
(Bibliografia: La Chiesa dell’Assunta di Spinetto di Silvano Onda)