Il Crocifisso in legno di ciliegio che si trova nella Chiesa Matrice fu realizzato, secondo quanto riporta “La Platea di Serra", dallo scultore serrese Antonio Scrivo prima del terremoto del 1783. In seguito, intorno al 1802-3, fu donato dallo stesso artista alla Chiesa “Terza” che venne costruita dopo il terremoto suddetto. Quando poi la Chiesa “Terza” fu demolita e ripristinata la Chiesa Matrice, gli “affezionati nostri Compaesani con gli altri oggetti trasportarono in questa anche il Crocifisso…”. I parenti dello Scrivo, al tempo, si sono lamentati poiché avrebbero voluto che il Crocifisso venisse trasportato nella Chiesa di Spinetto; si può quindi supporre che lo Scrivo abbia realizzato il Crocifisso di Spinetto per riparare al desiderio non esaudito dei suoi familiari.
Una leggenda, tramandata a Serra per molte generazioni, narra invece che la statua lignea del Cristo spirante fu trasportata a Monteleone (oggi Vibo Valentia) nel 1808 assieme ad altre opere dell’abbandonata Certosa. Lo Scrivo la richiese più volte ai monteleonesi senza ottenere nessuna risposta. Poco tempo dopo, lo scultore venne chiamato a Monteleone per preparare l’arco di trionfo sotto il quale avrebbe dovuto passare Gioacchino Murat (primi giorni di maggio del 1810). A Murat piacque così tanto quell’arco di trionfo che ne volle conoscere l’autore e gli chiese quale premio desiderasse ricevere. Lo scultore raccontò la storia del suo Crocifisso e Murat ordinò che l’opera gli venisse immediatamente restituita. Antonio Scrivo si caricò la sua scultura sulle spalle e la portò a Serra. Ma, data la sua età, non resse al lungo sforzo: alle prime case di Serra San Bruno, infatti, venne meno e morì.
L’opera ricorda, nella struttura, il Cristo che Guido Reni fece per la Chiesa di San Lorenzo in Lucina; ma lo scultore serrese – lungi dal fare una copia di quello del Reni- ha fatto un vero capolavoro ed ha superato lo stesso maestro bolognese.